Le visoni oniriche, i mondi curiosi e le creature fantastiche di Jheronimus Bosch arrivano al Palazzo Reale di Milano con una grande mostra dal titolo Bosch e un altro Rinascimento.
Per la prima volta, infatti, Milano rende omaggio al grande genio fiammingo e alla sua fortuna nell’Europa meridionale. Un progetto espositivo inedito che presenta una tesi affascinante; Bosch rappresenta l’emblema di un Rinascimento ‘alternativo’, lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, ed è la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa.
Aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023, la mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE Cultura- Gruppo 24 ORE con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor del progetto.
Il successo del linguaggio artistico di Bosch nell’Europa del Cinquecento e del Seicento
Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi; inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern. Tra tutti spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch e opere derivate da soggetti del Maestro, mai presentate insieme prima d’ora in un’unica mostra. Le opere universalmente attribuite al maestro fiammingo sono infatti pochissime e sono conservate nei musei di tutto il mondo. La mostra a Palazzo Reale è quindi un’occasione unica per vedere riuniti in un’unica esposizione i capolavori di questo artista che raramente lasciano i musei in cui sono conservati.
Cardine della mostra è lo strepitoso successo del linguaggio artistico di Jheronimus Bosch nell’Europa meridionale nel periodo compreso tra il Cinquecento e gli inizi del Seicento. In particolare in riferimento alle tendenze del collezionismo dell’epoca, soprattutto in Italia e in Spagna. Da Venezia, dove l’unicità espressiva di Bosch venne prontamente colta da uno dei maggiori collezionisti del tempo, il letterato e cardinale Domenico Grimani; alla Spagna, dove, dal XVI secolo fino ad oggi, si trova la gran parte delle opere principali di Bosch.
È in questa area culturale che le opere dell’artista e dei suoi seguaci furono richieste e collezionate; trasformando quindi il linguaggio boschiano, nei decenni successivi alla morte del Maestro, nella base di un’operazione imprenditoriale senza precedenti a livello europeo.
Bosch e un altro Rinascimento, una riflessione su un rinascimento alternativo tra confronti e dialoghi di Maestri Europei coevi
L’esposizione di Palazzo Reale non è una monografica convenzionale, ma mette in dialogo capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli. Un confronto che ha l’intento di spiegare quanto l’’altro Rinascimento (non solo italiano e non solo boschiano) negli anni coevi o immediatamente successivi abbia influenzato grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri.
Attraverso un lavoro di ricerca durato cinque anni, la mobilitazione di una rete di cooperazione culturale internazionale senza precedenti a Palazzo Reale è possibile ammirare il monumentale Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio. Opera che ha lasciato il Portogallo solo un paio di volte nel corso del Novecento e giunge ora in Italia per la prima volta. Altro importante prestito, frutto di uno scambio con la città di Bruges, è l’opera monumentale del Maestro, proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, il Trittico del Giudizio Finale, che originariamente faceva parte della collezione del cardinale veneziano Marino Grimani.
Fondamentali per il progetto espositivo il prestito del Museo del Prado dell’opera di Bosh Le tentazioni di Sant’Antonio, e i capolavori del Museo Lázaro Galdiano, che ha concesso la preziosa tavola del Maestro San Giovanni Battista. E ancora, sempre di Bosch, il Trittico degli Eremiti delle Gallerie dell’Academia di Venezia, proveniente dalla collezione del cardinale Domenico Grimani.