Pirelli HangarBicocca ospita, dal 6 aprile al 30 luglio, Grand Bal mostra personale dell’artista belga Ann Veronica Janssen. Una ventina di opere che invadono gli spazi della Piazza, delle Navate e del Cubo dell’istituzione milanese.
Ann Veronica Janssen, Grand Bal. Una mostra dalla forte dimensione performativa che mette al centro il visitatore
Grand Bal esplora la carriera di Ann Veronica Janssens e diversi aspetti della sua pratica, presentando per la prima volta la più comprensiva selezione di opere, tra lavori storici e nuove produzioni, pensata per dialogare con lo spazio delle Navate di Pirelli HangarBicocca e l’area esterna, espandendone i confini. Le alterazioni prodotte si inseriscono dinamicamente all’interno del percorso, che è stato ideato dall’artista come una coreografia visiva e sonora che mette al centro il visitatore (anziché gli oggetti); chiamato a muoversi e partecipare direttamente, seguendo l’alternarsi delle proprie sensazioni e percezioni generato dal confronto con le opere.
Il titolo Grand Bal (grande ballo in francese) evoca proprio questa dimensione performativa e la dinamica relazione che si instaura tra lavori, architettura e corpo umano come in una danza in cui ogni elemento è necessario all’altro per rivelarsi completamente.
Luce e ambiente nei lavori di Ann Veronica Janssens
Dalla fine degli anni Settanta Ann Veronica Janssens (Folkestone, Regno Unito, 1956; vive e lavora a Bruxelles) ha sviluppato la sua ricerca intorno alla luce e alla sua relazione con l’ambiente circostante; realizzando spesso opere site-specific, che sfidano il carattere immutabile della scultura e dell’installazione. Janssens ha strutturato la sua pratica sul superamento dell’oggetto artistico attraverso la sua smaterializzazione e decostruzione. Con forme e gesti minimali e dal carattere anti-monumentale, infatti, Janssens è in grado di modificare la percezione dello spazio da parte del pubblico.
Le sue opere, grazie all’impiego della luce, del colore, di specchi, dell’aria o della nebbia artificiale, richiedono la partecipazione diretta dell’osservatore e appaiono un invito a esperire la realtà in modo differente attraverso una presa di coscienza dei propri sensi, dell’architettura e delle categorie spazio-temporali con cui la definiamo, mettendone in luce gli aspetti sociopolitici e culturali. Spesso basati su sperimentazioni in collaborazione con realtà scientifiche e tecnologiche, i lavori dell’artista diventano laboratori con cui testare i confini tra proprietà ed elementi fisico-materiali, considerati opposti: come la luce e l’oscurità, il suono e il silenzio, il vuoto e la presenza, il tangibile e l’incorporeo.