Scultore, pittore, architetto e pure scenografo, costruttore di macchine sceniche, costumista e commediografo Gian Lorenzo Bernini è stato un artista poliedrico e multiforme massimo esponente del Seicento. Le sue opere hanno messo le basi per il barocco italiano, un movimento artistico che si appropria di uno stile esasperato, molto appariscente, complesso e spesso inconsistente al tempo stesso. Bernini con le sue numerose creazioni urbane ha delineato anche il profilo di Roma, dove si possono ammirare le sue sculture più celebri e le sue numerose fontane che abbelliscono, ancora adesso, le piazze romane prese d’assalto sempre di più dai turisti venuti da ogni parte d’Italia e del mondo.
Gian Lorenzo Bernini: la vita e gli inizi
Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli il 7 dicembre 1598 da Pietro, scultore fiorentino e della napoletana Angelica Galante. Nel 1606 si trasferisce, con la sua famiglia, a Roma dove collabora col padre. I suoi primi lavori da solo iniziano invece nel 1614, con il San Lorenzo sulla graticola conservata nella collezione Contini Bonacossi presso gli Uffizi a Firenze e il San Sebastiano, esposto ora nel Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Il suo più grande mecenate è stato il cardinale Scipione Borghese, nipote del papa Paolo V, mentre il cardinale Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII, lo segue con interesse e amicizia. Bernini dal 1618 fino al 1625 realizzò le sue opere più celebri della sua carriera. I gruppi scultorei di Galleria Borghese che andarono tutte a ornare la lussuosa villa di Scipione Borghese fuori Porta Pinciana. Queste quattro opere d’arte di marmo sono Enea, Anchise e Ascanio fuggitivi da Troia, il Ratto di Proserpina, il David e l’Apollo e Dafne.
Questo celebre gruppo marmoreo, visitabile attualmente nel museo di villa Borghese, è caretterizzato da una dinamicità e un realismo tanto da sembrare opere in movimento e non delle statue immobili. In questi anni realizza anche busti e ritratti di marmo anche con raffigurante il suo protettore Scipione Borghese.
Gian Lorenzo Bernini, l’architetto di Roma
Bernini non è stato solo un famoso scultore massimo esponente del barocco, ma anche architetto e urbanista. Particolarmente interessato ai giochi d’acqua, ha progettato numerose fontane, fondendo armonicamente spazio naturale e spazio urbano. Tra il 1642 e 1643 realizza La fontana del Tritone di piazza Barberini opera commissionata dal papa Barberini è ripresa dal primo libro delle Metamorfosi di Ovidio. L’anno dopo crea La fontana delle Api ubicata in via Veneto e dal 1648 progetta La Fontana dei Quattro Fiumi posta al centro di piazza Navona, davanti alla chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Urbano VIII vedeva in Bernini un innovatore e un’artista in grado per celebrare la grandezza della Chiesa cattolica. Con l’ascesa del papa Alessandro VII, Gian Lorenzo Bernini diventa l’artista ufficiale della corte papale. In questo periodo costruisce per il Vaticano l’accesso a Piazza del Popolo e i colonnati che vanno a formare Piazza San Pietro. Una delle più monumentali e racchiusa da un colonnato ellittico con 284 colonne, 88 pilasti e 140 statue. All’interno della Basilica di San Pietro realizza molti interventi tra i quali il Baldacchino, la decorazione delle navate e la Cattedra.
La Cattedra di San Pietro è una monumentale “macchina scenografica” realizzata dall’artista attorno all’antico seggio in legno, che secondo la tradizione religiosa, l’Apostolo, primo successore di Gesù Cristo, ha usato come vescovo di Roma. Costituita da un trono bronzeo affiancato da due angeli, sovrastato da due angioletti reggenti le insegne papali e sorretto da quattro statue raffiguranti i Dottori della Chiesa e le fa da sfondo una maestosa e apocalittica Gloria. Questo è decisamente uno dei capolavori, che fonde la scultura e l’architettura insieme, creato dal padre del barocco. Nel 1665 andò in Francia dove realizzò progetti per il Louvre di Parigi, come il Busto di Luigi XIV e iniziò il Monumento equestre di Luigi XIV però l’esperienza francese durò pochi mesi.
Artista infaticabile al servizio di tutti i papi che si sono succeduti durante la sua lunghissima vita. Bernini fu anche pittore e a spronarlo nel cimentarsi anche con il pennello fu Urbano VIII. Le fonti biografiche attribuiscono al Bernini tra i centocinquanta e i duecento dipinti, il catalogo attuale dei quadri plausibilmente originali però si limita a una quindicina di opere, quindi bisogna pensare che della produzione pittorica berniniana ci sia ancora molto da scoprire. Bernini morì molto vecchio nella sua Roma, il 28 novembre 1680 per le conseguenze di una paralisi al braccio destro.