AMART, la mostra di antiquariato organizzata dall’Associazione degli Antiquari Milanesi, apre a illustri colleghi italiani ed esteri che hanno deciso di essere presenti a Milano: un progresso che porta al Museo della Permanente nomi di grande esperienza, molteplici competenze che arricchiranno l’offerta per i collezionisti.
“L’edizione che si inaugura il 7 novembre (su invito) è il frutto non solo del lavoro collegiale del nostro consiglio direttivo, ma anche di quello di tutti i colleghi antiquari che hanno creduto e sostenuto il nostro progetto” – spiega Michele Subert, presidente di AMART e dell’Associazione Antiquari Milanesi – “tra questi il nostro ricordo va, oltre che a Domenico Piva, a Daniela Balzaretti e a Giuliano Matteucci, recentemente scomparsi, ai quali la nostra professione deve moltissimo: hanno contribuito a dare valore alla figura dell’Antiquario, facendone risaltare non solo l’intelligenza imprenditoriale, ma soprattutto la competenza e la cultura” – continua Subert – “spronando la nostra passione infinita che ci porta a inseguire opere e artisti in un’esplorazione continua che coinvolge sia gli studiosi, sia i restauratori”.
Ricerca, studio e valorizzazione costituiscono il percorso virtuoso che porta a offrire il meglio del mercato dell’arte. L’articolo 4 dello statuto dell’Associazione recita infatti: “allo scopo di dare le più ampie garanzie al cliente, i soci si impegnano ad approfondire tutti gli aspetti della loro professione e ad aggiornarsi sullo sviluppo delle ricerche dei critici e delle tecniche nei propri settori di specializzazione”.
Un’anteprima di alcune delle opere che saranno in mostra al Museo della Permanente di Milano: nell’ambito della pittura, Antichità Giglio porterà una riscoperta: un dipinto di Paolo Porpora (Napoli, 1617 – Roma, 1673), Fauna avicola, anfibia, rettile, insetti, piante di cardo su una roccia digradante in un corso d’acqua, nei pressi di una marina mediterranea, una vera e propria campionatura di natura selvaggia in una immagine al confine fra il trattato naturalistico e l’assemblaggio virtuosistico di elementi colti in posa, uno degli esempi più ambiziosi della produzione dell’artista.
La Galleria Lampronti segnala il dipinto Il golfo di Pozzuoli con l’incontro tra la flotta dei Borboni e la flotta maltese di Jakob Philipp Hackert (Prenzlau, 1737 – San Pietro di Careggi, 1807). Una tempera su tela che vanta una provenienza prestigiosa: il Casino del Principe Aldobrandini.
Da Antichità Nobili, si potrà ammirare la splendida Allegoria della Carità, olio su tela di Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734). Nello stand della galleria Callea, invece, sarà esposta una deliziosa Madonna con il Bambino (Madonna Ryerson), una tavola trasportata su tela databile al 1500-1502 di Benvenuto Tisi detto il Garofalo (Ferrara, circa 1481 – 6 settembre 1559).
Mentre Enrico Gallerie presenterà la straordinaria Signora col guanto di Giovanni Boldini (1842 – 1931), W. Apolloni – Laocoon Gallery ha scelto per Amart un’altra opera importante per il collezionismo: Parnaso, una grande tavola di Achille Funi (cui da ottobre sarà dedicata una mostra monografica al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, sua città natale). L’opera, del 1948-53, è realizzata a tempera e foglia d’oro su tavola ed è considerata come il migliore e più riuscito esempio di mitografia pittorica sul tema di Apollo e delle nove Muse.
Da Sperone colpisce una sorprendente Version of Chuck 12 di Julian Schnabel del 2003, dipinto a olio su tela cerata.
Anche per quanto riguarda la scultura, ad AMART saranno esposte opere di alto livello storico e artistico. Come il Cristo Redentore del 1500 circa, eseguito in terracotta dipinta e dorata da un seguace di Andrea del Verrocchio (il Maestro del San Sebastiano dell’Aracoeli), che sarà esposto da Antichità all’Oratorio. Oppure, proseguendo, La vierge en flamme del 1952 esemplare unico di bronzo dorato di Jacques Lipchitz (1891 – 1973), che sarà proposto dalla Galleria Toninelli; proviene dal prestigioso The Hirshhorn Museum di Washington.
Del medesimo periodo è anche l’opera del 1957 circa di Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986) intitolata Gallo in ceramica smaltata policroma, da Brun Fine Art.
Queste sono solo alcune delle prime novità che arrivano dalle gallerie. Nelle prossime settimane prenderà forma il quadro di tutte le proposte.
Rinnovamento dell’immagine complessiva: per la sua quinta edizione al Museo della Permanente, AMART si presenta in una veste rinnovata. Nuovi il logo e il sito internet: completamente ridisegnati l’ingresso, il ristorante e il loggiato. Eleganza e cura, antico e contemporaneo: una sintesi per sottolineare la centralità di Milano nel mondo del mercato dell’arte.