Mario Ceroli. La meraviglia dal 20 febbraio alla Cardi Gallery

In copertina: Mario Ceroli, DISCORSI PLATONICI SULLA GEOMETRIA (Uomo con Cubo), 1985 - 1990 Russian pine wood, 275 x 170 x 135 cm, 108 1/4 x 66 7/8 x 53 1/8 in

Cardi Gallery presenta, da martedì 20 febbraio a sabato 6 aprile 2024, una personale dell’artista Mario Ceroli (Castel Frentano, Chieti, 1938), le cui sperimentazioni visive e formali sono restituite in un prezioso affondo intitolato La meraviglia.

L’esposizione coinvolge una selezione di sedici opere, molte delle quali raramente presentate al pubblico, che ripercorrono la pratica artistica di Mario Ceroli, focalizzandosi in particolare sulla produzione degli anni ’70 e ’80. In mostra negli spazi di Cardi Gallery otto monumentali sculture della serie Discorsi platonici sulla geometria e otto quadri di materia, che tracciano una sintesi nella ricerca dell’artista fortemente caratterizzata da una sapiente lavorazione del legno e da una forte tensione alla reinterpretazione dell’iconografia classica in un’ottica contemporanea.

Il percorso espositivo è concepito per offrire al visitatore uno scorcio nella ricca produzione artistica di Mario Ceroli, spaziando dalla ricerca scultorea alla lavorazione delle opere a parete.

Il piano terra di Cardi Gallery è riservato alle otto imponenti opere della serie Discorsi platonici sulla geometria, ciascuna delle quali è stata realizzata dall’artista tra il 1985 e il 1990 in legno di pino di Russia e alta fino a 3 metri.

Protagonista della serie è la figura del gigante, rappresentato nell’atto di trasportare il fardello di  una selezione di imponenti figure geometriche in cui l’artista rintraccia un riferimento diretto al piano platonico delle idee citato nel titolo. Il modello classico di riferimento del ciclo è il mito di Atlante, il titano punti dagli dei per la propria arroganza e costretto a portare sulle proprie spalle il peso del mondo.

Traendo ispirazione dall’iconografia tradizionale che vede il proprio esempio fondamentale nell’Atlante Farnese del II secolo d.C., Mario Ceroli raffigura i suoi giganti in pose che trasmettono un senso di sofferenza e fatica, traducendone al contempo i muscoli e il corpo in forme modulari che rimandano ai cubi, coni, prismi e piramidi che sono condannati a trasportare.

Il percorso prosegue al piano superiore con una disamina focalizzata sui quadri di materia, cui l’artista si dedica dalla fine degli anni ’70. Le forme e colori del legno, spesso non lavorato, sono nuovamente protagoniste di opere come La Foresta Analoga, Pier Delle Vigne, Prova d’Orchestra e Inferno, che coniugano arbusti, tronchi e ramoscelli nella costruzione di sagome geometriche che eludono la bidimensionalità del dipinto e rivelano una costante cura nella lavorazione dei materiali.

In un connubio di materiali che ricordano l’arte povera e significati che si accostano all’arte concettuale, Mario Ceroli accoglie la lezione di artisti come Giulio Paolini, Jannis Kounellis o Claudio Parmiggiani e mantiene una propria autonomia stilistica, amplificata in termini di potenza drammatica e monumentale.

Redazione
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