We Shall Overcome, la celebre canzone di protesta pacifista che divenne l’inno del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, è stata portata in tribunale da una fondazione che vuole rendere il brano di pubblico dominio.
L’inno degli anni ’60, considerato la Marsigliese del movimento per i diritti civili, è stato portato in tribunale da un’organizzazione no profit (We Shall Overcome, come il titolo della canzone) che si batte per gli orfani e i diseredati: il gruppo ha denunciato la casa editrice che detiene i diritti del pezzo chiedendo che, al pari di quanto accaduto lo scorso anno con l’iconica Happy Birthday, la canzone venga svincolata dalle norme sul diritto d’autore.
Attraverso l’azione legale, presentata davanti alla Federal District Court di Manhattan, è stata anche chiesta la restituzione di una somma imprecisata che gli editori della Ludlow Music, affiliata della potente Richmond Organization (TRO), avrebbero raccolto in base al diritto d’autore.
Il copyright della canzone è detenuto da Pete Seeger, Guy Carawan e Frank Hamilton. Seeger registrò un copyright consigliato dal suo editore per evitare che qualcun altro lo facesse.