Dopo il bagno di folla di ieri al Festival di Roma 2014, Sam Claflin e Lily Collins si concedono a qualche intervista per presentare il film #ScrivimiAncora per la regia di Christian Ditter. Entrambi protagonisti di film urban fantasy, Hunger Games per lui, Shadowhunters (e includiamo anche la sua versione tosta diBiancaneve al fianco di Armie Hammer e Julia Roberts) per lei, in quale genere preferiscono recitare?
Risponde per prima Lily Collins: “Ho imparato molto di me stessa in questa esperienza,da questo tipo di film. Non posso dire di non aver imparato nulla con i film fantasy, ho imparato a lottare,a fare stunt e tante altre cose a cui mai avrei pensato ma lì erano produzioni in scala più ampia. Ad esempio dovevi passare da dieci persone diverse prima di ricevere una risposta. Invece con Scrivimi Ancora ho davvero lasciato me stessa sullo schermo. La troupe era piccola,il set più raccolto e ho imparato davvero tante tante cose di me stessa durante la lavorazione.” risponde pacata e con un sorriso molto dolce. È stata un esperienza fantastica e meravigliosa, molto diversa e anche rara rispetto ai block-buster fatti in precedenza e adesso sarà un po’ difficile pensare di ritornare su grande scala. L’ideale sarebbe trovare il giusto equilibrio fra entrambe, ma la cosa bella di questa esperienza è che mi sono sentita così soddisfatta e appagata di quello che ho fatto e ho messo in questo film. E tra l’altro è una sensazione strana, ovvero un progetto così piccolo io l’ho sentito molto personale e pensare che adesso andrà in giro per il mondo e diventerà grande e la storia sarà diffusa, è come se fosse stata condivisa una mia storia personale. Da una parte questo mi fa sentire molto vulnerabile dall’altra è una sensazione molto particolare.”
Concorda con lei Sam Claflin, che in questi mesi affollerà le sale cinematografiche tra questo film, Posh uscito a settembre e l’attesissimo ultimo capitolo (prima parte) diHunger Games – Il Canto della Rivolta: “Questo è il primo film dove mi sono sentito davvero a nudo senza effettivamente esserlo. Dove mi sono sentito molto vulnerabile e aperto ma ovviamente è stata un esperienza bellissima e non mi dispiacerebbe affatto continuare ad esplorare questo genere di film. Questa storia è così piccola e intima in modo nuovo in un certo senso, anche in termini di dimensioni di produzione. Ma non mi dispiacerebbe tornare a nascondere in personaggi più distanti da me, se magari arrivasse qualcosa di epico,magari un epopea in costume o ancora fantasy perché no: sarebbe bello avere un equilibrio di tutte queste cose. A me fondamentalmente piace lavorare, quindi qualsiasi cosa venga sotto qualsiasi forma arrivi, mi piace. A me piacciono le sfide, mi piacciono le belle idee quindi cinema, televisione, teatro qualsiasi cosa che mi consenta di esprimermi.”
Di Serena Concato