La collezione del Bagutta sarà battuta all’asta dal tribunale fallimentare il prossimo 14 aprile, per un prezzo base di mezzo milione di euro. Circa quattrocento opere tra quadri, foto, pannelli, disegni e statue che per novant’anni hanno arredato la storica trattoria, dal 1927 sede del premio letterario più antico d’Italia.
Il ristorante ha già abbassato la saracinesca a giugno, quando i gestori morosi sono stati sfrattati dalla famiglia Orsi-Mazzoni, proprietaria del palazzo. Una parte del locale è stato rilevato a sua volta all’asta fallimentare e tra due mesi dovrebbe riaprire, pur con spazi dimezzati. E con le pareti spoglie.
Nel dibattito nato dalla vendita di questo importante patrimonio culturale milanese è intervenuto anche il noto critico d’arte Philippe Daverio. “Quel patrimonio rappresenta una parte importante della storia milanese e rischia di essere disperso sotto silenzio, comprato da tante persone diverse, senza che la Soprintendenza o il ministero della Cultura facciano nulla per evitarlo. Potremmo chiamarlo crimine di mancata attenzione“
Lanciando, assieme ad altri studiosi, un appello affinché le autorità ci ripensino e procedano con una notifica in blocco per legare unitariamente tutta la collezione alle pareti del locale. “Solo così, vincolate insieme e in quel preciso luogo ” dice Daverio “le opere mantengono il loro senso storico, prezioso per la città».
Incerto il destino della collezione di 400 opere d’arte del ristorante Bagutta a Milano
Molto si discute anche sulla destinazione finale delle opere. “Come organizzatori del premio Bagutta non parteciperemo all’asta del tribunale, ma diciamo con forza una cosa. Quelle opere che per legge sono state trascinate nel fallimento con il ristorante, per spirito dovrebbero invece seguire il premio, ovunque si svolgerà in futuro” afferma Andrea Kerbaker “Questo sarebbe il loro migliore utilizzo, spero che la collezione entri in possesso di qualcuno con cui poter collaborare».
Ad intervenire è stato anche l’imprenditore Alessandro Rosso che ha acquistato metà degli spazi dell’ex Bagutta ed è intenzionato a riaprire il locale nei prossimi mesi “Non parteciperò all’incanto, il prezzo base di 500 mila euro è elevato. Spero però resti una buona parte di invenduto, mi dirò disponibile ad ospitarlo nel nuovo locale”.
Le opere che stanno per andare all’asta sono di gran valore, sottolinea il collezionista Jean Blanchaert. Tra le altre quelle di Mario Vellani Marchi che dal 1926, per quarant’anni, ha dipinto 240 liste sul retro dei menu del ristorante Bautta. Ritratti di grandi personalità del panorama storico, culturale e identitatio italiano.
Queste liste, oltre a essere dei magnifici piccoli quadri, testimoniano decenni di storia d’Italia, culturale, sportiva, aziendale. Le persone ritratte vanno da Filippo De Pisis a Lucia Bosé, da Fausto Coppi a Eugenio Montale, da Italo Balbo a Indro Montanelli. “Ma Oggi quello che era una sorta di museo non esiste più perché il ristorante Bagutta ha chiuso” dice Blanchaert “Sarebbe positivo che la città se ne interessasse”.
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