Torna finalmente allo splendore sei suoi colori originali l’Adorazione dei Magi di Leonardo. Dopo un complesso restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il capolavoro vinciano torna agli Uffizi, dove sarà al centro di una mostra dedicata.
Sei anni d’intervento che hanno permesso di rimediare ai danni del tempo e all’offuscamento della superficie pittorica che era arrivato a compromettere la leggibilità dell’opera.
Il lavoro di restauro ha eliminato gli strati di materiale accumulatisi nei secoli sulla tela, riportando alla vista del pubblico l’azzurrino del cielo, il candore dei volti e i toni bruni dello sfondo. Sono state ricucite anche le quattro fenditure del supporto ligneo che minacciavano la tenuta strutturale del dipinto.
Operazioni che hanno consentito di spiare dietro le quinte della pittura di Leonardo, portando alla luce una serie di segreti tecnici e relazioni che legano l’Adorazione ad altre opere dell’artista toscano.
Adorazione dei Magi: uno studio per alcune opere successive di Leonardo
“Una delle scoperte più importanti” ha spiegato Marco Ciatti, supervisore del restauro e responsabile dell’Opificio “è il fatto che in questo dipinto Leonardo abbia effettuato sperimentazioni che ritroviamo, in forma più compiuta, in altri suoi capolavori”
“La zuffa di cavalieri che appare sullo sfondo ricorda molto di quanto sappiamo della Battaglia di Anghiari, mentre vicino alla Vergine troviamo la testa di un vecchio che fa pensare senz’altro a uno studio del San Girolamo e i riflessi d’acqua visibili sotto i piedi di Maria evocano l’effetto visivo che comparirà con più forza nella Vergine delle Rocce”.
L’opera incompiuta sarà protagonista dal 28 marzo al 24 settembre 2017 di una mostra dal titolo Il cosmo magico di Leonardo da Vinci: l’Adorazione dei Magi restaurata.
Durante la quale il capolavoro sarà messo a confronto con un’opera simile: l’Adorazione di Filippino Lippi, che i monaci di San Donato a Scopeto commissionarono al maestro pratese dopo la defezione di Leonardo, partito per Milano lasciando la tavola incompleta.
Il pubblico potrà conoscere la storia del restauro e delle complesse indagini diagnostiche che lo hanno preceduto attraverso filmati e studi visivi, mentre una riproduzione a grandezza naturale del dipinto prima dell’intervento permetterà di apprezzare le differenze. Al termine della mostra, l’opera sarà trasferita nella nuova sala del museo dedicata al genio vinciano, fra il Battesimo di Cristo e l’Annunciazione.