L’arte contemporanea torna a confrontarsi con l’archeologia nella mostra Da Duchamp a Cattelan. Arte contemporanea sul Palatino curata da Alberto Fiz.
Dal 28 giugno al 29 ottobre 100 opere tra grandi installazioni, sculture, dipinti, fotografie e opere su carta di artisti provenienti da 25 diverse nazioni.
Da Duchamp a Cattelan. Arte contemporanea sul Palatino: grandi maestri e esponenti delle ultime generazioni
Accanto a maestri riconosciuti come Marina Abramović, Gino De Dominicis, Marcel Duchamp, Michelangelo Pistoletto e Mario Schifano sono proposti i lavori realizzati da alcuni tra i più significativi esponenti delle ultime generazioni quali Mario Airò, Maurizio Cattelan, Anya Gallaccio, Cai Guo-Qiang, Claudia Losi, Paul McCarthy, Sisley Xhafa, Vedovamazzei e Luca Vitone. Non manca, poi, una serie di lavori realizzata da designer e architetti quali Ugo La Pietra, Gianni Pettena e Denis Santachiara.
La mostra si snoda all’interno del parco archeologico dei Fori imperiali tra lo Stadio Palatino e il peristilio inferiore della Domus Augustana, con le terrazze e le Arcate Severiane.
Tre sono le sezioni che compongono l’esposizione: le Installazioni architettoniche in sito, efficace accostamento tra archeologia e arte contemporanea; le Mani, disegnate, fotografate, dipinte, scolpite, simbolo comunicativo e forza creatrice; e i Ritratti, traccia identitaria per eccellenza e genere artistico dove gli antichi romani hanno primeggiato.
Una mostra che ci interroga sul senso del tempo e della permanenza
Architettura, identità, comunicazione e creazione sono temi che la contemporaneità interpreta spesso con disinvolta ironia, in maniera destabilizzante, rifiutando ogni dogma. Messi a confronto con le maestose architetture dei palazzi imperiali del Palatino, questi materiali ci interrogano sul senso del tempo e della permanenza.
Sono interventi, molti dei quali site-specifica per il Palatino, che non vogliono essere rassicuranti, ma segni del presente che ci suggeriscono differenti percorsi di comprensione dell’antico.
Tutti i lavori provengono dal museo ALT creato dall’architetto Tullio Leggeri, uno tra i maggiori collezionisti italiani. Tra le monumentali rovine, sarà esposta una significativa selezione delle oltre 1000 opere che costituiscono la sua raccolta.