La Navata del Pirelli HangarBicocca si illumina con la mostra Ambienti/Environments dedicata alla ricerca ambientale di Lucio Fontana. Una mostra che riunisce opere di importanza cruciale nel lavoro dell’artista italo-argentino, che mettono in rilievo la forza innovativa e precorritrice di un grande maestro del Novecento.
Dal 21 settembre al 25 febbraio i visitatori portano ammirare, per la prima volta insieme, due Interventi Ambientali e nove Ambienti Spaziali creati da Fontana tra il 1949 e il 1968 per istituzioni e musei italiani e internazionali.
Nove ambienti spaziali e due istallazioni luminose di Lucio Fontana
Stanze, corridoi e istallazioni luminose concepite e progettate dall’artista a partire dalla fine degli anni ’40 che rappresentano, proprio per la loro natura effimera, i suoi lavori più sperimentali e meno noti. Creazioni nelle quali l’artista ha unito pittura, scultura e architettura nel tentativo di superare la staticità della forma plastica, creando spazi percorribili ed esperenziali.
Ideati e realizzati come stanze e corridoi autonomi per gallerie e musei italiani ed internazionali, proprio per la loro natura effimera gli Ambienti Spaziali sono sempre stati smantellati e distrutti alla fine delle esposizioni. In occasione di questa esposizione alcuni degli ambienti esposti sono stati ricostruiti per la prima volta dalla scomparsa dell’artista grazie allo studio e alle ricerche della storica dell’arte Marina Pugliese, della restauratrice Barbara Ferriani e al contributo della Fondazione Lucio Fontana.
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Disposti lungo la navata dell’HangarBicocca in ordine cronologico gli Ambienti Spaziali riflettono i temi ricorrenti della ricerca ambientale dell’artista. Sfalsamento percettivo, fisico e visivo dello spazio, riduzione dei colori alla monocromia, centralità della luce al neon o di Wood, costruzione di corridoi e spazi labirintici.
Gli Ambienti Spaziali sono stati allestiti all’interno di nove stanze appositamente ricostruite in base alle misure originarie. Ai due stremi del percorso espositivo sono invece istallati Struttura al neon per la IX Triennale di Milano del 1951 e Fonti di energia, soffitto al neon per “Italia 61” a Torino del 1961, caratterizzati da soli tubi fluorescenti al neon, che danno vita ad elementi scultorei luminosi in stretto dialogo con lo spazio circostante.