In occasione della celebrazione del ventennale dell’apertura al pubblico, il Museo di Palazzo Altemps ospita la mostra Citazioni pratiche. Fornasetti a Palazzo Altemps.
Fino al 6 maggio 2018 la collezione di sculture e gli spazi del palazzo romano (cortile, stanze affrescate, teatro) si confrontano con le ventisette incursioni artistiche realizzate con oltre ottocento pezzi dell’artista milanese.
Di sala in sala i temi del classico, delle rovine e delle antichità, rimandano a uno scambio a tratti spiazzante e irriverente, colto e sapiente, tra la collezione permanente di arte antica del Museo e le creazioni nate dall’immaginazione sfrenata e dall’invenzione surrealista di Fornasetti.
Fornasetti porta in primo piano la duplice vocazione di Palazzo Altemps: casa aristocracia e museo del collezionismo classico
La mostra, attraverso i tratti fantastici, giocosi, onirici delle creazioni dell’artista, porta in primo piano la duplice anima di Palazzo Altemps. Nato come casa aristocratica dove si sono succeduti componenti delle famiglie Riario, Medici, Orsini, Altemps e Hardouin, nel 1997 diventa la sede del Museo Nazionale Romano dedicata alla storia del collezionismo antiquario. Nel rispetto della vocazione storica della residenza, sono esposte le collezioni di statuaria antica delle grandi famiglie nobili romane.
Un ricco e articolato percorso storico che entra in relazione con le decorazioni d’interni e gli oggetti creati da Piero Fornasetti (1913-1988) e da suo figlio Barnaba (1950), eclettici indagatori del quotidiano. Un intervento che fa uso del passato architettonico, archeologico e storico artistico per creare un mondo che non è mai stato.
Un modo fantastico che si apre en plein air dal cortile e si snoda nelle sale museali, in cui gli antichi capolavori scultorei e le decorazioni rinascimentali incontrano i lavori senza tempo di Fornasetti. Come il gruppo scultoreo del “Galata Suicida” che viene immerso in un set scenografico, stagliandosi come protagonista di una pièce teatrale, su un fondale alto sei metri raffigurante l’opera “Follia Pratica” o, ancora, una colonia di gatti in ceramica è pigramente accovacciata sui resti di antiche mura, e trompe-l’oeil di rovine che si alternano a vestigia reali in un gioco di rimandi.