La galleria Viasaterna ospita a Milano, dal 21 gennaio al 8 marzo Kaleidos, la prima personale dell’artista pugliese Teresa Giannico.
La mostra, attraverso l’esposizione di due progetti inediti, racconta di interni reali, spazi intimi e mondi sospesi che, come nell’omonimo gioco, presentano sedimentazioni di oggetti di diversa natura. Lay Out e Ricerca8 sono due corpus di opere realizzate con tecniche differenti come la fotografia, il disegno e la scultura, che ne caratterizzano l’ambiguità percettiva.
Teresa Giannico: sedimentazioni di oggetti di diversa natura in interni reali, spazi intimi e mondi sospesi
Teresa Giannico da anni si appropria e archivia immagini di oggetti appartenenti al nostro quotidiano, come bottiglie, tappeti e sedie, ricercati e selezionati da internet e dalle fotografie dell’artista, che vengono poi raccolti in un ampio catalogo ordinato per tipologie. Da questo giacimento visivo l’artista seleziona le immagini per la composizione, prima disegnata a matita e poi realizzata attraverso una serie di passaggi consecutivi. Gli oggetti, stampati su carta e montati su un supporto rigido, vengono composti per costituire un diorama in scala ridotta.
Un micro-mondo ricostruito che l’artista fotografa e poi elimina, ma di cui rimane traccia nell’unica immagine finale dove il diorama è il soggetto fotografato. Uno scenario sospeso nella possibilità, con la manipolazione delle entità che lo compongono, la loro storia, la loro aggiunta e sottrazione e il dialogo che si innesca tra loro. Lo scontro tra il modello, la realtà e la fotografia, favorisce le confluenze di un effetto a cascata generativo.
Per Lay Out (2015) l’artista si concentra sulla riproduzione di interni reali presi da annunci pubblicati online, mettendo in relazione la sfera privata e la vetrina pubblica dello spazio digitale. Ricerca8 (2018), invece, fa fede al disegno e alla giustapposizione pittorica: gli oggetti paiono sospesi nel mistero, parlano di presenza umana, ma questa non compare mai, se non filtrata attraverso la rappresentazione.
Attraverso la logica del frammento, Giannico interroga il valore documentario della fotografia e il confine tra citazione e inedito. L’artista rappresenta i molteplici tasselli di strutture e livelli di interpretazione del nostro contemporaneo, proponendo una finestra sull’interezza di un mosaico personale e collettivo.