La Fondazione Luciana Matalon ospita a Milano, dal 4 al 14 settembre, la mostra Paesaggi Spaesati; personale di Augusto Daolio, storica voce dei Nomadi. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1992, per la prima volta i suoi dipinti, oli e chine, vengono esposti a Milano in percorso espositivo che ha l’obiettivo di restituire nuovo respiro e una nuova energia al lavoro di un’artista poliedrico e trasversale.
Paesaggi Spaesati, i dipinti, gli oli e le chine di Augusto Daolio, storica voce dei Nomadi
Augusto, conosciuto dal grande pubblico per le sue canzoni che hanno accompagnato per quasi trent’anni due generazioni, riserva invece a pochi le passioni per la pittura e la scrittura, le quali non erano da lui considerate secondarie, piuttosto una sorta di confessione della sua natura più profonda.
La sua “maniera” di disegnare e dipingere non era schiava di un metodo, così come quella di comporre. La fantasia guidava la sua mano alla ricerca di un mondo surreale e magico; tutto quello che Augusto presentava era sempre e comunque ben radicato nella natura, madre e ancella di tutte le cose.
Dalle sue parole infatti apprendiamo:“(…) disegno paesaggi spaesati confusi nella mente, carpiti un po’ ovunque… in essi si nasconde l’uomonon sempre visibile, ma che sa mescolarsi alle cose, scambia i ruoli, diventa cavallo e albero, un gesto, unamano, occhi e l’infinito cielo come teatro, come messa in scena ideale”.
Una vita dedicata all’arte in tutte le sue forme
Augusto Daolio nasce nel 1947 a Novellara (Reggio Emilia). Dall’adolescenza fino a pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta nell’ottobre 1992, canta nel gruppo musicale I NOMADI. Voce unica e personalità debordante, nella sua carriera Augusto ha creato uno stile e un modo di fare spettacolo unico, interagendo sempre con il suo pubblico. Alla fine degli anni Sessanta interpreta alcune canzoni inedite di Francesco Guccini. È autore inoltre di alcuni importanti testi musicali rimasti nella storia.
L’attività artistica di Daolio non si esprime solo con la musica, ma riversa i suoi interessi anche nella pittura, scultura e poesia. Profondamente legato alla sua terra, alle sue radici, egli è tuttavia anche un grande e insaziabile viaggiatore, frequentatore di musei, gallerie d’arte e siti archeologici, dai quali trae ispirazione per i suoi respiri artistici. A ventisette anni dalla sua morte i Nomadi e i suoi fans dimostrano di non averlo dimenticato, tributandogli ancora ricordi e omaggi indimenticabili.