Manifesto Bianco ospita a Milano, dal 8 ottobre al 31 ottobre 2020 la mostra Shoko Okumura. Finestre di luce nei boschi, personale dell’artista giapponese Shoko Okumura.
Immagini di luce, mai piena o accecante quanto, piuttosto, annunciata e intravista, come dalla finestra di una dimora antica accogliente e protettiva. Un’invito a percorrere un cammino che dal buio volge verso una luminosità attesa ma mai pienamente raggiunta, una sorta di rivelazione, un “chiaro” nel bosco. Un rimando al significato latino della parola bosco, quel “lucus a non cucendo” dove l’assenza di luce non è completa ma fatta di ombre che celano e contemporaneamente rischiarano.
Shoko Okumura. Finestre di luce nei boschi
Luce e tenebra si escludono, si oppongono e si contrappongono da sempre nelle narrazioni mitiche, religiose e filosofiche, come due forze o principi in lotta: da questa dicotomia sono nate numerose similitudini, metafore e simboli che inducono l’uomo a riflettere su sé stesso e sull’altro da sé, ovvero sul mondo. La luce: un aprirsi del mondo, nato dal caos (che vuol dire anche tenebra) per giungere al cosmo, alla chiarezza, a quell’ordine e quella armonia che è anche chiarezza della e nella mente che lo concepisce. Ma l’essere umano non può sopportare troppa luce, e troppo a lungo, senza accecarsi: come spiega Platone nel mito della caverna, e poi molti altri dopo di lui.
Dunque l’esistere dell’uomo, il suo balzare fuori dalle tenebre verso la luce, al momento della nascita, è spesso accompagnato dal pianto: la disperazione per qualcosa di irrimediabilmente perduto per sempre. La vita è poi un complicato connubio tra piena luce e tenebra profonda. È luce che tocca l’ombra e ombra che ripara dalla troppa luce. L’essere umano non è mai nulla di assoluto e pieno: sta in mezzo tra luce e tenebra, ed è egli stesso un’ombra che si staglia nella luce.