La prima personale di Elena Ricci a Milano

Pubblicità

Viasaterna, galleria milanese, ospita fino al 19 luglio la prima mostra personale di Elena Ricci (Roma, 1973), Who by fire. Una selezione di lavori realizzati con tecniche pittoriche diverse e in momenti distinti, che si concentrano sulla matrice d’origine del frammento fotografico.

Who by fire è il titolo di una canzone di Leonard Cohen, ispirato a una poesia liturgica ebraica antica che, come l’omonimo dipinto in mostra, “narra la precarietà della condizione umana rispetto alla violenza di un fuoco divampante che fa esplodere il paesaggio al punto da rendere la natura non più fisiologica ed organica, ma elevata cosmologia metafisica”, come suggerisce Fabio Carnaghi nel testo critico.

Elena Ricci, Who by fire. Uno sguardo sugli equilibri umani e della natura

Elena Ricci inizia il suo lavoro da questa indagine umana, raccogliendo fotografie di archivi di guerra o trovate per caso, di autori ignoti della prima metà del ‘900. I loro soggetti vengono decontestualizzati e restituiti in pittura come archetipi e simboli che attingono alla sfera del mito, figure solitarie di sciamani, soldati, esseri in bilico tra mondo reale e mondo magico. L’unico indizio del rapporto con la fotografia è rintracciato nelle chine che ricalcano l’immagine latente del negativo, mantenendone il carattere bi-cromo.

Attraverso il racconto del microcosmo di una storia personale, Ricci offre uno sguardo sugli equilibri umani e della natura. Friedrich Hölderlin scriveva “Più non son gli dèi fuggiti, e ancor non sono i venienti” evocando un mondo disertato dal divino, in cui nuoveapparizioni transitorie si alternano in un immaginario sospeso e misterioso. Le figure ci parlano di stati mutabili, instabili e precari, un naufragio, un incendio, una natura corrotta,che evocano la domanda finale della canzone di Cohen “who shall I say is calling?”.

Leggi anche: Lucio Fontana. Omaggio a Leonardo, la mostra al Museo del 900

- Pubblicità -
Pubblicità