Il 24 giugno 1769, il granduca Pietro Leopoldo di Lorena apre al pubblico fiorentino, per la prima volta, le collezioni d’arte ospitate nelle Gallerie degli Uffizi in occasione della festa di San Giovanni, patrono della città.
Come ricorda il Direttore delle Gallerie, Eike Schmidt, “Nel Settecento gli Uffizi erano affollati un solo giorno all’anno: quello della festa di San Giovanni” una festa politica e religiosa per la città di Firenze; ma anche una ricorrenza importante nella storia degli Uffizi, che quest’anno si fa ancora più significativa dopo la riapertura post emergenza sanitaria.
Il Santo che battezzò Cristo. Scene dalla vita di San Giovanni Battista, l’ipervisione dedicata al patrono di Firenze dalle Gallerie degli Uffizi
Per celebrare questa occasione dal 24 giugno, ricorrenza della nascita di san Giovanni, al 31 luglio 2020 il museo fiorentino ospita sul proprio sito una mostra virtuale a lui dedicata Il Santo che battezzò Cristo. Scene dalla vita di San Giovanni Battista. Una ipervisione curata da Anna Bisceglia che, una attraverso quindici opere della collezione del Museo, realizzate tra Trecento e Novecento, ripercorre la fortuna iconografica che da sempre ha caratterizzato la figura del Battista. Tra le rappresentazioni anche i capolavori di Leonardo, Raffaello, Bronzino, Veronese, e persino un’icona russa.
Profeta, luce ardente, amico dello sposo, araldo del giudizio, Precursore: questi i nomi con i quali il racconto evangelico presenta, di volta in volta, la figura di Giovanni detto il Battista. Il santo al quale, più di ogni altro, l’arte occidentale ha dedicato attenzione e spazio, sviluppando nel tempo la narrazione figurativa dei momenti più significativi della sua vita.
Immensa, infatti, è la fortuna figurativa che San Giovanni ha raccolto dal Medio Evo fino al Novecento. Il Battista è infatti una figura chiave nella narrativa cristiana e costituisce l’anello di congiunzione tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, fra l’antica tradizione ebraica e il messaggio rivoluzionario di Gesù, agendo in un momento storico in cui le terre medio orientali erano pervase da sommovimenti, inquietudini sociali, e dall’attesa fervente di quel rinnovamento dei costumi e delle coscienze cui alludevano gli antichi profeti.
L’itinerario virtuale inizia con la pala d’altare del pittore giottesco Giovanni del Biondo; lungo il percorso si incontrano poi il San Giovannino nel Deserto che Raffaello eseguì a Roma intorno al 1518, e quello di Andrea del Sarto, di bellezza struggente; le commoventi raffigurazioni della prima infanzia del Battista dipinte da Pontormo e Bronzino, e il Battesimo di Cristo, momento culmine (da cui la qualifica, appunto, di “Battista” data al santo) rappresentato da dipinti di Verrocchio e Leonardo e di Veronese. L’istante finale e tragico del martirio – la decollazione, ovvero la decapitazione del santo – è descritto senza risparmio di crudezza da Cranach il Vecchio e Alonso Berruguete.
“La mostra virtuale sulla figura di San Giovanni – afferma Eike Schmidt – non è intesa solo come un omaggio al patrono cittadino, ma come un modo per festeggiare con tutti, a Firenze e nel mondo, una giornata di così grande significato per la città e per il nostro museo”.