Quando la Cia finanziava l’Espressionismo astratto durante la guerra fredda

È un fatto poco noto oggi e sicuramente non lo era negli anni 50 e 60 ma il successo dell’Espressionismo astratto statunitense si deve anche alla Cia.

L’intelligence americana infatti,i in piena guerra fredda, si occupava anche di finanziare e promuovere molte delle espressioni culturali del nuovo continente. Così dal jazz fino al cinema passando per l’arte, la Cia, sotto l’ufficio gestito dall’agente Tom Braden, elargiva denaro per portare a compimento progetti altrimenti difficilmente realizzabili.

L’obiettivo, anche se per noi potrebbe sembrare fin troppo complesso, era sicuramente ingegnoso: cercare di far vedere la superiorità e la vivacità della cultura statunitense rispetto alla ben più austera cultura sovietica.

pollock cia espressionismo astratto

Se poi Jackson Pollock, Rothko e compagni fossero veramente a conoscenza del progetto è impossibile saperlo ma difficilmente tutto questo si sarebbe potuto realizzare con la consapevolezza degli artisti.

La Cia e l’arte contemporanea come strumento di propaganda durante la guerra fredda

Un esempio di come lavorava la Cia è l’esposizione itinerante The New American Painting. Nel 1958 la collettiva che raccoglieva i migliori artisti della nuova generazione americana veniva  esposta alla Tate di Londra, istituzione interessata ad ospitare quello che allora era  forse il più grande movimento artistico mondiale.

L’unico problema erano i soldi, mancavano infatti i fondi per il trasporto delle opere. Il miliardario Julius Fleischmann, appassionato d’arte contemporanea, si fece avanti e decise di finanziare l’intera iniziativa. Inutile dire che dietro  Fleischmann si nascondeva la Cia.

Rothko cia espressionismo astratto

Dopo molte teorie sui finanziamenti dell’intelligence alla cultura americana le prime rivelazione avvengono a inizi anni Duemila. Un ex funzionario Donald Jameson rivela l’appoggio della Cia all’Espressionismo astratto.

«Naturalmente gli artisti – spiega – non lo sapevano, non erano al corrente del nostro gioco. È da escludere che tipi come Rotkho o Pollock abbiano mai saputo di essere aiutati nell’ombra dalla Cia, che tuttavia ebbe un ruolo essenziale nel lancio e nella promozione delle loro opere. E nell’aumento vertiginoso dei loro guadagni».

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Tommaso Pergolizzi
Tommaso Pergolizzi
Laureato in Arti, Patrimoni e Mercati all'Università IULM di Milano. Gallery Assistant presso Dep Art Gallery a Milano e curatore della sezione Arte di Lifestar.it