Fine ‘400, un papa Alessandro VI, una dama raffinata e bellissima, Giulia Farnese e uno degli artisti più estrosi del nostro Rinascimento, Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio o Pinturicchio.
Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese, ai Musei Capitolini dal 19 maggio al 10 settembre, una mostra affascinante che raccoglie splendidi dipinti e racconta storie cortigiane della Roma tardo quattrocentesca.
Fulcro della mostra è l’opera Madonna, una frammento del distrutto dipinto murario del Pinturicchio Investitura divina di Alessandro VI, realizzato tra il 1492 e il 1493.
Una storia tormentata tra scandalo e pettegolezzi per l’opera del Pinturicchio
Il pontificato di Alessandro VI Borgia è ricordato come uno dei più scandalosi nella storia della chiesa, ma in pochi sanno che il papa incoraggiò le arti con la chiamata a Roma del Pintoricchio autore di uno dei cicli pittorici più famosi della storia dell’arte.
Ammirata e osannata da quanti visitarono il nuovo appartamento papale, l’opera fu quasi totalmente ignorata da Giorgio Vasari che manifestò, invece, il suo interesse solo per la scena che ritraeva il Papa in ginocchio davanti alla Madonna col Bambino benedicente, ritenuta, secondo una diffusa voce di corte, il ritratto dell’amante del papa, la giovane e conturbante Giulia Farnese.
Il dipinto raffigura una Madonna col Bambino benedicente e, ai loro piedi, un Papa adorante. Ma l’opera, per la presunta presenza di Giulia Farnese nella figura della Madonna, causò infiniti scandali.
Il ciclo pittorico ritenuto eccessivamente compromettente fu prima censurato e infine distaccato sotto il pontificato di Alessandro VII. Le due immagini della Madonna e del Bambino, ormai due dipinti a sé stanti, entrarono a far parte della collezione privata dei Chigi, mentre il ritratto di Alessandro VI scomparve definitivamente.
L’esatta composizione del dipinto, tuttavia, non andò perduta grazie a una copia realizzata nel 1612 dal pittore Pietro Fachetti.
Una mostra per far luce sulla vera identità della Madonna del Pinturicchio
Oggi, a oltre cinquecento anni da quei fatti e grazie alla disponibilità dei proprietari delle opere, è possibile presentare per la prima volta vicini i due frammenti: quello del volto della Madonna, mai esposto fino a ora, insieme a quello ben noto del Bambino Gesù delle mani.
Un’ideale ricomposizione, frutto di lunghi studi, di ricerche, di confronti e di approfondimenti, che permette di rivivere la perduta armonia e la suggestione di una sintesi pittorica straordinaria.
Ma la mostra offre anche l’occasione di rivedere la leggenda sul volto di Giulia Farnese. Le sembianze della Vergine risultano infatti vicinissime al più classico tipo dei volti di Madonna del Pinturicchio, piuttosto che al volo della bella Farnese.
Un viso dolcemente allungato, senza nessuna ricerca ritrattistica, pieno di amorevole concentrazione e assorto compiacimento nei confronti della scena alla quale sta assistendo.