L’Adorazione del bambino di Michelangelo Anselmi, capolavoro del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli restaurato grazie al progetto Rivelazioni – Finance for Fine Arts promosso da Borsa Italiana, è esposto dal 1 al 31 ottobre a Milano presso la B.I.G.-Borsa Italiana Gallery, lo spazio espositivo all’interno di Palazzo Mezzanotte.
Il quadro di Michelangelo Anselmi e il restauro
Nella tavola, in origine apparente dalla collezione Farnese, Michelangelo Anselmi raffigura la scena dell’Adorazione del Bambino con grande intimità e una magistrale trattazione della luce e del colore. Un scena sacra che rappresenta la fine di un mondo ormai passato, simboleggiato dalla rovina di una colonna greca e l’avvento di un mondo nuovo, iniziato con la nascita del Bambino Gesù.
La tavola è testimonianza diretta delle influenze che i pittori coevi hanno esercitato sull’opera di Anselmi, una volta che l’artista si stabilì a Parma, intorno al 1520, dopo il suo soggiorno a Siena. Nell’impostazione compositiva, nell’uso della luce che sembra sfiorare i personaggi animandoli esoprattutto, nel nuvolone dorato con immerse le teste degli angioletti, sono evidenti le influenze della pittura di Correggio. La fattura nervosa delle figure, come si evince da quella del San Giuseppe, è tipica del periodo della maturità dell’Anselmi, il quale apprese pienamente i risvolti della pittura parmense e le soluzioni del Parmigianino.
Il restauro, eseguito dal laboratorio interno del Museo e Real Bosco di Capodimonte, si è reso necessario in quanto il dipinto presentava preoccupanti sollevamenti degli strati pittorici, che rischiavano di causare perdite di colore. Già in passato questo inconveniente si era presentato più volte e un lungo e complesso intervento di restauro realizzato negli anni ’90 presso l’Istituto Centrale del Restauro ne aveva individuato fra le cause la presenza di una diversa stesura pittorica sottostante autografa, che l’artista aveva successivamente modificato.
Nell’intervento attuale è stata eseguita una pulitura superficiale e un delicato consolidamento dei sollevamenti di colore che ha recuperato la stabilità dell’opera. Inoltre, per prevenire l’insorgenza in futuro di nuovi fenomeni di degrado si è provveduto a dotare il dipinto di una incorniciatura protettiva (climaframe) che stabilizza al suo interno le condizioni di temperatura e umidità, proteggendolo dalle variazioni esterne.